a cura di Ernesto La Rosa

Ho recentemente letto l’e.book di Roberto Falcone intitolato Intraprendere [ed. Rubettino], un manuale – come recita il sotto titolo – dotto, ricco di esperienze, di citazioni, di riflessioni anche politiche, di passaggi in ambiti più o meno adiacenti all’impresa e di spunti, fra cui uno sullo sweet spot, che riprendo per proporre alcune considerazioni in chiave personale

“Sweet Spot” non è di facile ed immediata traduzione; in realtà è un termine preso in prestito dal tennis, dove esso rappresenta quell’area ottimale della racchetta in cui la palla, venendo a contatto con il piatto corde, restituisce una risposta sostanzialmente omogenea.

Nell’imprenditoria, e per l’imprenditore in particolare, la terminologia sweet spot viene appunto simbolicamente utilizzata per indicare il luogo ottimale dove si intersecano tre aree (tipicamente rappresentate da circonferenze) che sono considerate gli ingredienti necessari per portare al successo un’impresa, vale a dire, se la vediamo dal punto di vista dell’imprenditore, la Passione, le Competenze e l’Opportunità. Va da sé, che quanto più grande sarà l’area sweet spot tanto maggiore sarà la probabilità di raggiungere il successo nell’attività imprenditoriale di cui trattasi.

Tralascio qui le prime due – Passione e Competenze – che do un attimo per scontate (le riprenderemo in un altro momento), perché senza esse proprio non si può parlare di impresa e, peraltro, viene difficile condurre qualunque attività, di lavoro aziendale o professionale che sia, risultando esse noiose senza un po’ di passione e dilettantesche e fallimentari senza le giuste competenze.

Soffermandoci quindi sull’Opportunità, mi piace definirla come Kairos, vale a dire il tempo, ma non nel senso delle dimensioni di passato presente e futuro o dello scorrere delle ore – che si identificano con Kronos – ma nel senso di Tempo Opportuno, di momento propizio, di buona occasione, di Opportunità appunto.

Ed io voglio credere che questo momento così pesante e così difficile, che ha caratterizzato il 2020 e temo anche buona parte del 2021, possa sfociare – non appena superato – in delle nuove opportunità, che bisogna saper cogliere ed essere pronti e preparati a cogliere e, mi piace immaginare che per le tante, molte persone che oggi stanno soffrendo e stanno perdendo il lavoro o stanno ridimensionando o chiudendo la loro attività, possa essere il momento propizio per inventarsi una nuova attività o far rinascere quella che avevano, magari in modo diverso, con rinnovata passione e voglia di mettersi in gioco.

In tutto questo sono convinto che noi di Virgilio2080 possiamo e dobbiamo maggiormente scendere in campo per metterci – da rotariani – a fianco di quanti vogliano cogliere il Kairos, sfruttare il tempo opportuno, guidando e sostenendo coloro che hanno un’idea imprenditoriale e magari mancano della necessaria esperienza in questo campo e dei fondi per poterla implementare.

Ed ecco quindi che anche per Noi Rotariani si presenta l’opportunità, il momento propizio per offrire in nostro Vocational Service, cioè il poterci mettere al servizio dei giovani e della comunità in modo volontario senza specifici ritorni, se non quello della soddisfazione di aver contribuito con la nostra professionalità e la nostra personale disponibilità a cambiare la vita delle persone, almeno di quelle che si rivolgeranno a noi.